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Come ottenere un reportage perfetto per il tuo matrimonio: il segreto per fare centro (zankyou.it)

In quest’era digitale, tra quelle della festa del vostro matrimonio, la fotografia è spesso una voce che viene tenuta in disparte, come se il fatto che chiunque possa essere in grado di fare foto atte a ricordare il momento possa bastare. Ora, una fotografia non è però solo una cattura, ma un vero e proprio racconto che ha necessità di essere conservato. Dato che i momenti speciali sono ovunque e dato che sicuramente il vostro matrimonio ne sarà ricchissimo, far sì che ci sia un fotografo a prendersene cura, sembra, a noi di Zankyou, un’ottima idea. Quindi, con la speranza che possiate avere ogni consiglio utile per ottenere il reportage perfetto a dipingere il vostro matrimonio e per conseguenza a tratteggiare anche il punto da cui ricomincia la vostra storia d’amore, abbiamo fatto due chiacchiere con Gaetano D’Auria, fotografo che ha come obiettivo “quello di narrare e di raccontare, attraverso i suoi scatti dallo stile sobrio, lineare e discreto, quello che succede durante il giorno del matrimonio”.

1. Come e quando hai deciso di dedicarti alla fotografia di matrimoni?

“Ho deciso di dedicarmi alla fotografia cerimoniale per puro caso, anzi per una scommessa con un amico, circa 10 anni fa (ormai). Sono appassionato di arte in genere, specialmente musica (sono un ex chitarrista) e pittura (ma non so dipingere). Probabilmente, proprio per quest’ultima, mi sono avvicinato alla fotografia. Ho, quindi, cominciato a fotografare con una compatta a pellicola e poi son passato al mondo reflex analogico (ottima palestra per chi si avvicina alla fotografia per passione); dopo 5 anni ho acquistato la mia prima reflex digitale. Paradossalmente da quello che oggi è il mio stile ed il mio portfolio, il mio obiettivo era diventare un fotografo di nudo artistico e ritratto da studio. Invece “il destino”, fortunatamente, ha voluto il contrario. Una persona che non conoscevo mi ha aperto la mente. Guardando degli scatti che feci al mio primo matrimonio, mi fece notare (“lascia perdere le donne nude” cit.) che ero portato, effettivamente, per il racconto e la ricerca dei momenti, delle espressioni e delle situazioni non preparate. Da quella chiacchierata ho capito che dovevo e potevo concentrarmi realmente su un genere fotografico del tutto opposto e sconosciuto per me: la Street photography ed il reportage”.

2. Come definiresti il tuo stile?

Sensibilità, gusto, occhio, a mio avviso, sono i sinonimi di fotografia. Sono uno street photographer, penso in bianco e nero, e i momenti me li vado a cercare, sperando di beccarli! Quando incontro le coppie non parlo mai di reportage. Ormai è un termine inflazionato ed è usato semplicemente come moda: dire “faccio reportage” è più Glam! Io parlo semplicemente di racconto. Mostro solo lavori completi e non raccolte di immagini. Uno scatto ricercato non deve per forza immortalare gli sposi, ma anche amici, parenti o semplici invitati: vista da sola potrebbe non significare nulla, ma nella sequenza di scatti, quella singola immagine, arricchisce il racconto.

3. Come interpretare al meglio i desideri di ogni coppia?

Beh, chi si rivolge al mio studio in genere ha un pessimo rapporto con la fotografia (non ama essere ritratto tipo statuina) oppure non vuole essere stressato dal fotografo che, per fare 4 foto, sequestra gli sposi per 1 o 2 ore. Io non sono cosi. Il mio fine è quello di non stressare i clienti, di essere il più discreto possibile. Se gli sposi hanno il piacere di fare qualche scatto da soli, mi bastano semplicemente una decina di minuti, o semplicemente sfrutto una “passeggiata obbligata” (tipo dalla chiesa alla location).

4. Cosa ti ispira e diverte di più durante un matrimonio e quali sono invece i momenti più emozionanti?

“Non essendo un fotografo di posa o ritrattista, quello che mi piace di più durante un matrimonio sono le situazioni non controllate (ad esempio la fase del trucco della sposa, specie se in casa ci sono un bel po’ di persone): lì si che si può raccontare. Se la sposa è già vestita, evito foto di trucco, spray e lacca: sarebbe un controsenso con quello che ho detto fino ad ora. Io amo le cose reali, cosi come accadono.
Altri momenti che trovo interessanti, e che non mancano mai nei miei album, sono gli abbracci e le lacrime (ed ovviamente i sorrisi). Sono queste le situazioni “non controllate”: o le ricerchi e le anticipi, oppure le perdi. Quando fotografo nei matrimoni, l’approccio è lo stesso della fotografia di strada, non cambia nulla. A volte ricercare un momento può significare anche racchiudere in un singolo scatto più situazioni/momenti (quando accade ciò, sorrido sempre da dietro alla camera). È una sensazione bellissima, difficile da spiegare a parole (rifacendomi al paradiso di Dante). Dal mirino mi passano davanti tutte le scene. Con gli occhi fotografo sempre prima quello che sta per accadere, il click è l’ultimo step per congelare il momento”.

Speriamo quindi che adesso abbiate tutte le informazioni utili per poter prendere il toro – del vostro reportage perfetto – per le corna e ringraziamo per la gentilissima disponibilità e per la messa a disposizione della sua professionalità, il nostro ospite Gaetano D’Auria.

 

(fonte: zankyou.it)